Porto Valtravaglia

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Porto Valtravaglia
comune
Porto Valtravaglia – Stemma
Porto Valtravaglia – Veduta
Porto Valtravaglia – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Varese
Amministrazione
SindacoErmes Colombaroli (lista civica Passione Sogno Realtà) dal 27/05/2019 (1º mandato)[1]
Territorio
Coordinate45°57′40.68″N 8°40′53.4″E / 45.9613°N 8.6815°E45.9613; 8.6815 (Porto Valtravaglia)
Altitudine199 m s.l.m.
Superficie16,37 km²
Abitanti2 287[3] (31-12-2020)
Densità139,71 ab./km²
FrazioniDomo, Ligurno, Muceno, Musadino, San Michele, Ticinallo, Torre[2]
Comuni confinantiBrezzo di Bedero, Brissago-Valtravaglia, Casalzuigno, Castelveccana, Duno, Ghiffa (VB), Oggebbio (VB)
Altre informazioni
Cod. postale21010
Prefisso0332
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT012114
Cod. catastaleG907
TargaVA
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[4]
Cl. climaticazona E, 2 425 GG[5]
Nome abitantiportovaltravagliesi
PatronoS. Maria assunta
Giorno festivo15 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Porto Valtravaglia
Porto Valtravaglia
Porto Valtravaglia – Mappa
Porto Valtravaglia – Mappa
Posizione del comune di Porto Valtravaglia nella provincia di Varese
Sito istituzionale

Porto Valtravaglia (Pòrt Valtravàia in dialetto varesotto e semplicemente Porto fino al 1863) è un comune italiano di 2 287 abitanti della provincia di Varese in Lombardia. Luogo di villeggiatura sulle rive del Lago Maggiore già nel XVIII secolo, nel XIX conosce un importante sviluppo industriale di cui ora rimangono poche tracce.

Si divide fra il capoluogo, Porto, e la Valle (in realtà un altopiano che sovrasta il lago), cioè gli antichi comuni di Muceno e Musadino. Dei tre porti di pesca da cui deriva il nome, solo uno sopravvisse alla costruzione della strada verso Laveno. Porto Valtravaglia fa parte della Comunità Montana Valli del Verbano.

Storia[edit | edit source]

Preistoria ed età antica[edit | edit source]

Già nell'età del ferro è documentata una presenza umana in Valtravaglia (fra Porto e Caldè). I Romani attraversarono la Valtravaglia prima di Augusto, poi giunsero anche qui le milizie imperiali, seguite dal sistema giuridico amministrativo di Roma. Nel IV secolo cominciarono le prime scorribande barbariche e, di conseguenza, il bisogno di realizzare sistemi difensivi anche lungo il lago Maggiore si fece impellente. A quell'epoca sono attribuibili i primi nuclei della Rocca di Caldè e la torre nell'omonima frazione, oltre che la prima parte del possente campanile di Domo.

Il Medioevo[edit | edit source]

Verso la metà del X secolo, Ottone I concesse all'arcivescovo di Milano Valperto il feudo di Travalia, che da quel momento divenne dominio dei potenti presuli ambrosiani, i quali vi esercitarono la loro giurisdizione spirituale e temporale.

La nobile famiglia Sessa[edit | edit source]

Stemma della nobile famiglia Sessa.

Il XIII secolo vide lo stabilirsi e il radicarsi nel territorio dei Sessa, nobile famiglia di stirpe longobarda originaria del Malcantone. Essi presero dimora nell'odierna frazione di Ticinallo, luogo di cui si proclamarono signori, qualificandosi ufficialmente nei documenti come de Sessa de Tixinallo. I Sessa non riconoscevano alcuna autorità feudale sui loro possedimenti, mentre a Caldè furono nominati più volte dagli Arcivescovi di Milano castellani della Rocca di Travaglia, in persona di Francesco e Quirico Sessa nel 1261, di un altro Francesco nel 1294 e di Guglielmo Sessa nel 1406. La famiglia, grazie all'alleanza coi Visconti, nel 1277 entrò a far parte del patriziato milanese, privilegio confermato nel 1377 al ramo stabilitosi nel vicino comune di Brezzo di Bedero, in località Sarra. I Sessa ebbero una notevole ramificazione che produsse, fra le più illustri, le linee dei Sessa di Daverio e dei Cannobio Sessa di Ticinallo. Il ramo che conservò residenza a Ticinallo, pur subendo gravi tracolli economici, sopravvisse sino al 1781, quando si estinse nel nobile Giovanni Battista Sessa che vendette gli ultimi possedimenti di famiglia a ricche famiglie borghesi sorte nella zona.[6]

L'età moderna e contemporanea[edit | edit source]

Nel 1438 il duca di Milano Filippo Maria Visconti investì del feudo di Travalia la nobile famiglia comasca dei Rusca, investitura che venne confermata da Francesco Sforza a metà del secolo. Nel 1523 gli Svizzeri distrussero la Rocca di Caldè a seguito dell'occupazione di Luino e del Malcantone. Negli ultimi decenni del Cinquecento, quando da tempo il Ducato di Milano era entrato nell'orbita spagnola, le terre della Valtravaglia passarono al conte Ruggero Marliani, dopo essere state borromee per un decennio (dal 1543 al 1553) ed essere poi ritornate ai Rusca-Lonati.

Tra il XVII ed il XVIII secolo Porto si arricchì di bei palazzi costruiti dalle famiglie nobili e altoborghesi dell'epoca, situati quasi tutti lungo l'attuale via Roma e nei pressi del porto.

Nel 1759 Felice Cioja e Carlo Mellerio fondarono a Porto una fabbrica specializzata nella produzione di lastre di vetro, caraffe e bicchieri di cristallo. Nel 1774 vi lavoravano 40 uomini e 49 donne, oltre a numerosi fanciulli. Parte della manodopera proveniva da paesi lontani e diede origine a famiglie il cui nome ricorda la loro origine: Griner, Asciamprener, Klingly. In epoca napoleonica, il noto economista Melchiorre Gioia affermò che la purezza dei vetri di Porto era rinomatissima, di poco inferiore a quelli di Boemia. La fabbrica passò poi di proprietà della famiglia Minetti, migliorando in qualità e quantità, dando lavoro a 170 persone. Nel 1901, in occasione dell'Esposizione Varesina la ditta di Porto fu brillantemente presente. Era in quegli anni di proprietà della famiglia Lucchini, di origini milanese, ma saldamente legata a Porto Valtravaglia. Un esponente della famiglia, Angelo, fu tra i fondatori della Banca Popolare di Luino nel 1885 e lungamente anche sindaco di Porto.

Nel 1928 nasceva la Provincia di Varese ed anche la Valtravaglia conobbe nuovo impulso con la costruzione della strada Laveno - Luino. Nel 1928 fu anche effettuata l'unione dei comuni di Muceno e Musadino, fino a quella data autonomi, a Porto, formando così un unico comune.

Attualmente, a parte una consistente percentuale di lavoratori frontalieri, l'occupazione è rivolta al terziario verso le città di Varese e Milano. Localmente sono presenti molte realtà artigiane e commerciali anche se il turismo, italiano e straniero (in particolare tedesco), ha una certa importanza nell'economia del comune.

Monumenti e luoghi d'interesse[edit | edit source]

Società[edit | edit source]

Evoluzione demografica[edit | edit source]

Abitanti censiti[7]

Infrastrutture e trasporti[edit | edit source]

Porto Valtravaglia, il porto

Treni[edit | edit source]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Porto Valtravaglia.

Nel paese è presente una stazione ferroviaria delle Ferrovie dello Stato, ristrutturata nell'estate del 2006.

Navigazione[edit | edit source]

A porto Valtravaglia c'è un posto della Navigazione Lago Maggiore, tuttavia poco utilizzato per la scarsa profondità del lago in quella località.

Amministrazione[edit | edit source]

Porto Valtravaglia fa parte della Comunità Montana Valli del Verbano.

Note[edit | edit source]

  1. ^ Elezioni amministrative ed europee 2019 Live - VareseNews, 27 mag 2019
  2. ^ Comune di Porto Valtravaglia - Statuto.
  3. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2020 (dato provvisorio).
  4. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  5. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  6. ^ Verbanus, Società Storica dei Verbanisti, Intra 2004
  7. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

Voci correlate[edit | edit source]

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